fiocchetto lilla, una testimonianza
Una mente, una Voce

Fiocchetto lilla, una testimonianza

Non sai di poter essere riconosciuta sotto al simbolo del fiocchetto lilla, non sai che quello che ti succede rientra in una categoria di definizioni. È più semplice e disarmante di così.

Ti guardi allo specchio e ti odi. Non ci sono giri di parole, solo giornate migliori di altre. Giornate in cui ti senti accettabile. Giornate in cui i vestiti che hai scelto ti coprono nel modo giusto. Coprono quelli che nella tua testa sono difetti inguardabili, impronunciabili.

A volte immagini di cancellarli. Anche se poi finiresti in realtà per cancellarti. Per? Per evitare il giudizio immaginario che trovi nello sguardo degli altri. Per evitare il tuo giudizio. Non puoi giudicare qualcosa che non c’è, infondo.

Ricordi i momenti in cui lo stomaco rifiutava il cibo. Era diventata un’ambizione della tua mente, quella di riuscire a non mangiare. A volte il pensiero torna, ti stuzzica, flirta con te. L’insana soddisfazione di vincere la sfida. La spietata illusione di avere il controllo sul corpo, sulla salute.

Fanno così gli orrori della mente. Strisciano in silenzio, ti fanno credere di aver vinto. Fino a consumarti, fino a cancellarti.

E ancora oggi, mentre sguardi sconosciuti ma alleati riconoscono il fiocchetto lilla che ti spunta nel petto, è il riflesso del tuo stesso sguardo che trasforma ogni giorno il tuo corpo davanti allo specchio. A volte ancora nemico, a volte amico.

Freelance con una sola destinazione: la scrittura, in tutte le sue forme. Da quella per il web a quella sulla carta.

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