Ritratto della giovane in fiamme: il dipinto del vero amore
Francia del tardo ‘700, l’emozione di un ricordo ritratto sulla tela. Il calore di una fiamma, il canto del vento nelle orecchie.
“Ritratto della giovane in fiamme”, la pellicola firmata dalla regista Céline Sciamma con protagoniste Noémie Merlant e Adèle Haenel regala un dipinto intimo e potente, che con i suoi colori caldi racconta di un amore indimenticabile.
Marianne
Nei suoi occhi brilla un ricordo e da qui, insieme al ritratto della giovane in fiamme, inizia il racconto che lascerà senza fiato.
Marianne è un’artista indipendente – per quanto le è possibile – e frustrata, perché in quanto donna non potrà mai raggiungere la fama di suo padre.
Vive per la sua arte e ci crede, osserva il mondo dietro la tela ed è in grado di trasporne la verità. La natura delle persone.
Héloïse
Héloïse, appena uscita dal convento, torna a passeggiare per la spiaggia incontaminata in una temporanea libertà. Promessa dalla madre in un matrimonio combinato, la giovane è in attesa di lasciare la sua terra.
Héloïse è una ribelle silenziosa, che porta avanti la sua battaglia. Per questo rifiuta di farsi ritrarre da chiunque, andando così contro all’unica richiesta del suo promesso sposo: ricevere un ritratto della sua futura sposa.
La fiamma
Fugere non possum.
Héloïse e Marianne passano interi giorni a non parlare, non osano toccarsi e non abbandonano mai l’uso del “voi”. Trascorrono del tempo insieme, con il vento e le onde del mare come unici alleati, insieme agli occhi. Marianne, l’artista incaricata di ritrarre Héloïse di nascosto, studia ogni dettaglio del suo soggetto.
Marianne: Quando siete emozionata, voi fate così con la mano.
Héloïse: Veramente?
Marianne: Sì. E quando siete in imbarazzo vi mordete le labbra. E quando siete contrariata non sbattete le palpebre.
Héloïse: Sapete tutto.
Héloïse, il soggetto ignaro, per natura si rifiuta di essere un oggetto inanimato e ricambia il gioco di sguardi. Osserva la pittrice con estrema attenzione.
Héloïse: Se voi mi guardate, chi sto guardando io? […] Quando non sapete cosa dire abbassate la testa e vi toccate la fronte. Quando perdete il controllo, alzate le sopracciglia. E quando siete turbata, respirate con la bocca.
Il tempo si disperde tra i loro sguardi, tanto da creare una tensione che riesce a squarciare lo schermo. Le stesse protagoniste finiscono per cedere e perdersi l’una negli occhi dell’altra.
Dopo il primo tocco, delicato e potente, scoprono un rifugio dal mondo. Si baciano, si vivono, travolte da momenti di estrema intensità. Si spogliano dei ruoli e degli abiti, simboli di come altri vogliono vederle, e finalmente gli occhi possono scoprire la più intima delle verità.
Insieme vivono la bellezza dei piccoli momenti: correre controvento, il mare d’inverno, la musica di Vivaldi, il sapore del vino.
Nasce così un rapporto che vive di scambio intellettuale, di ammirazione reciproca, di uno stupore costante e di una profonda comprensione.
Consapevoli di dover seguire un destino a loro imposto, Héloïse e Marianne raccolgono e assimilano ogni scintilla del loro amore, che raggiunge un’intensità impossibile da far tacere.
“Ho trovato nella solitudine la libertà di cui parlavate tuttavia ho sentito la vostra mancanza.”
La voce della loro suona riecheggia per interi anni, da una parte all’altra del mondo, anche quando le due dovranno prendere strade diverse. I loro cuori, la loro verità, resterà impressa in un preciso momento: quando, stese sul letto, avvolte da un lenzuolo bianco, Marianne si sveglia e resta a guardare Héloïse in silenzio, prima che lei se ne accorga. Il mondo intero chiuso fuori dalla finestra, lì con loro lo scoppiettio del fuoco lento e la prima luce del mattino. È il momento in cui nient’altro importa.
Orfeo ed Euridice
Il mito di Orfeo ed Euridice è protagonista di una conversazione tra le due protagoniste, che riflettono insieme sul gesto di Orfeo che, girandosi per guardare l’amata, la perde per sempre.
In uno dei loro ultimi momenti, Marianne disegna il proprio autoritratto tra le pagine di quel libro. Prima di lasciarla, si volta verso Héloïse, pronta a partire verso il suo promesso sposo, e le sussurra “Girati”. E come Orfeo, una volta uscita da quella casa la perderà per sempre. Ma non smetterà mai di voltarsi per cercarla.
La forza dei dettagli
La cura dei dettagli è uno degli elementi più importanti all’interno del film. Disseminati con cura nel corso del racconto, germogliano e vengono colti negli ultimi minuti, regalando al finale una forza emotivamente devastante.
Dopo anni, Marianne rivede Héloïse ritratta in un quadro accanto a suo figlio, con in mano il libro di Orfeo ed Euridice e le dita nella pagina su cui è presente l’autoritratto di Marianne. Una dichiarazione d’amore che supera il tempo e lo spazio, resa immortale dall’arte.
Successivamente, Marianne la vede durante il concerto di Vivaldi, Héloïse è travolta dall’emozione nel sentire “L’estate”, il componimento che le aveva fatto conoscere Marianne.
“Ritratto della giovane in fiamme” è un film poetico, che resta impresso nella mente di chiunque lo guardi. Indimenticabile, proprio come un dipinto.