La nuova terra della solitudine
Accordi Narrativi

La nuova terra della solitudine

In quella solitudine, il male faceva rapidi progressi su di lui.

La portafinestra del salotto spalancata, nell’aria l’odore del caffè del pomeriggio. Seduta sul divano, Eir scorre le notizie sul portatile. Lì di fronte, oltre lo schermo, Isabel accovacciata sulla poltrona con il viso concentrato su un romanzo. In quel momento, Eir pensa che il lato indecifrabile di quella donna forse era stato nascosto fra le pagine di più libri.

Con la pelle delle braccia accarezzate dal ruvido della poltrona, Vanessa gira a pagina quarantasette. Nelle orecchie le rimbomba una voce che proviene dal computer di Eir. Una fanatica che dice, Siamo nelle mani di Dio!
Isabel percepisce un fastidio allo stomaco, l’insincerità che si insinua tra le cose vere la irrita. Riprende a leggere il romanzo, tra una riga e l’altra si chiede com’è possibile che un dio abbia creato il mondo.

Eir obbliga quella voce al silenzio. Solleva lo sguardo per monitorare Isabel che, scaltra, nasconde l’espressione dietro alle pagine. Pareva dirle, Non interrompermi, non dire nulla. A bocca serrata riprende a concentrarsi sul racconto. Il libro la fortifica, secondo Eir. Gli occhi ambrati osservano l’espressione della donna dai capelli neri rasserenarsi. Eir riesce a vederla addentrarsi in un’altra dimensione, dove è sola a scoprire una nuova terra.
Con un lieve sorriso sulle labbra, Eir scorre altre notizie.

Ora Isabel abbandona la lettura per sollevare il viso. Gli occhi si avventurano avanti e indietro tra le ombre del viso di Eir. Vagano nel biondo chiaro dei capelli, poi lungo i lineamenti duri del viso, fino al tono scuro delle pupille.

Eir incrocia lo sguardo di ghiaccio lì di fronte, il volto di Isabel attorniato dallo scialle di capelli neri che cadono anche sulle spalle. L’immagine che la segue ovunque da mesi. Un’incerta luminosità si posa sul viso di Eir, la pervade di un’eccitazione che le sussurra un’insolita promessa di felicità.
La donna comincia a muovere i primi passi in quel loro mondo.

Lungo quei sentieri inesistenti, Isabel scopre le stanze del cuore e della mente e immagina che vi siano conservate iscrizioni sacre in grado di donare ogni conoscenza a chi è in grado di decifrarle. La donna tenta di penetrare in quelle stanze da quando conosce Eir.
Sulla poltrona il corpo rimane immobile, la mente e il cuore travolti da una burrasca silenziosa. L’emozione inizia a sfociarle dagli occhi, invade le guance. Senza riuscire a fermarla, Isabel solleva di poco il libro e nasconde il viso, lascia scorrere lacrime e brividi.

Eir assiste alla lenta discesa. Vede Isabel addentrarsi in quella solitudine, dove il male si avventa in fretta su di lei. Eir lascia da parte il computer e si avvicina a Isabel. Si piega sulle ginocchia, in un sussurro le ricorda la sua promessa. Inclina il capo, scova il viso al di là del libro.

Le parole di Eir precipitano in un pozzo di acqua salata, Isabel le guarda contorcersi fino ad assumere un’altra forma.  La donna rimugina su quell’immagine. Trasforma la pozza in un mare. Il mare in nuvoloni che impongono tenebre e desolazione, come se fossero mandate da Dio. Lo stesso Dio che si pone tra lei ed Eir. Ad alta voce Isabel chiede, Quando arriva la tempesta?

Eir allunga il braccio, guida la mano di Isabel fino al proprio fianco. Piega il braccio, le dice, Come se stessimo passeggiando. Isabel esegue, la voce dolce la circonda e al tocco tiepido di quelle mano si sente trascinare via dalla terra degli incubi. Eir le prende il libro, lo abbandona sul divano. Ora vieni con me, le dice. L’aiuta ad alzarsi, la tiene stretta.

Si avvicinano alla portafinestra aperta. L’acqua gronda dal cielo. Le due escono sul portico.
Isabel guarda in alto. La prima notte senza luna, pensa. Secondo lei avrebbero preso il volo. Tra le braccia di Eir, chiude gli occhi, lascia che le gocce lavino via le lacrime e la solitudine. Eir sorregge Isabel, colei che le consuma i sogni. I capelli scuriti dall’acqua, l’odore di pioggia sulla maglietta.
Isabel avvicina il viso al collo di Eir, È passato.

Rientrate in casa, Eir semisdraiata sul divano, Isabel con la schiena appoggiata a lei. Eir con in mano il libro, legge ad alta voce. Riprendono il viaggio in quella nuova terra, insieme.

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